Le società crypto treasury potrebbero affrontare una forte pressione di vendita se MSCI procede con una proposta per escluderle dai suoi indici azionari.
Attivisti e analisti avvertono che la rimozione da benchmark ampiamente monitorati potrebbe costringere i fondi passivi a scaricare miliardi di dollari di esposizione legata alle criptovalute.
Il dibattito si è intensificato mentre i mercati digeriscono mesi di prezzi in calo e mentre i fornitori di indici rivalutano come classificare le aziende con grandi partecipazioni in asset digitali.
Con la tempistica della decisione di MSCI ora chiara, aziende e investitori stanno osservando attentamente quello che potrebbe diventare un momento decisivo per il posto delle criptovalute nei benchmark azionari mainstream.
BitcoinForCorporations, un gruppo che si oppone alla proposta, stima che le esclusioni potrebbero innescare tra 10 miliardi e 15 miliardi di dollari in deficit legati alle criptovalute.
Il calcolo si basa su un elenco preliminare verificato di 39 società con una capitalizzazione di mercato corretta per il flottante combinata di 113 miliardi di dollari.
Gli analisti che esaminano lo stesso universo stimano deficit potenziali intorno agli 11,6 miliardi di dollari su tutte le aziende interessate.
L'esposizione maggiore riguarda Strategy di Michael Saylor (precedentemente nota come Microstrategy), che rappresenta il 74,5% del totale della capitalizzazione di mercato corretta per il flottante interessata.
L'analisi di JPMorgan suggerisce che Strategy da sola potrebbe vedere 2,8 miliardi di dollari in deficit se rimossa dagli indici MSCI.
Tale vendita forzata potrebbe aggiungere pressione ai mercati crypto che sono già in tendenza al ribasso da quasi tre mesi.
MSCI ha annunciato a ottobre che stava consultando gli investitori sul fatto se le società che detengono la maggioranza del loro bilancio in criptovalute debbano essere escluse dai suoi indici.
Questi benchmark sono utilizzati dai fondi di investimento passivi in tutto il mondo per decidere quali azioni devono detenere.
Di conseguenza, l'inclusione o l'esclusione può influenzare direttamente l'accesso di un'azienda al capitale e alla base azionaria.
Per le società crypto treasury, l'appartenenza agli indici è diventata sempre più importante man mano che la proprietà istituzionale cresce.
Qualsiasi modifica delle regole che porti all'esclusione non sarebbe un aggiustamento tecnico ma un cambiamento strutturale nel modo in cui queste società sono trattate dai gestori patrimoniali globali.
BitcoinForCorporations sostiene che utilizzare la composizione del bilancio come fattore decisivo è errato.
Il gruppo afferma che una singola metrica non cattura se un'azienda gestisce un'attività reale con clienti, entrate e operazioni in corso.
Con l'approccio proposto, le aziende potrebbero essere rimosse anche se il loro modello di business principale rimane invariato.
Il gruppo ha esortato MSCI ad abbandonare la proposta e continuare a classificare le aziende in base all'attività commerciale, alle prestazioni finanziarie e alle caratteristiche operative piuttosto che alla sola esposizione alle criptovalute.
La preoccupazione è che la regola penalizzerebbe effettivamente le aziende per la detenzione di asset digitali senza valutare come tali asset si inseriscano nella strategia aziendale più ampia.
MSCI dovrebbe pubblicare le sue conclusioni finali entro il 15 gennaio.
Se approvata, l'implementazione sarebbe programmata per la revisione dell'indice di febbraio 2026, preparando il terreno per potenziali riallocazioni su larga scala da parte dei fondi passivi.
Il post L'esclusione dall'indice MSCI mette le società crypto treasury a rischio di vendita forzata è apparso per primo su CoinJournal.


